Il Web e l’illusione “democratica”.

Se da una parte il ruolo – ad esempio – di twitter nella primavera araba ha stimolato l’idea che ogni nuova tecnologia (in particolare internet o mobile) possa portare la società ad un livello più alto di democrazia e giustizia, dall’altro analizzando approfonditamente il mondo social scopriamo che non sempre il web porta ad un ampiamento così sostanziale della partecipazione.

All’interno del mondo social vale ancora la regola dell’ 80/20, per cui un gruppo piccolo di utenti heavy user è in grado di influenzare e stimolare la platea più ampia. Così Trip Advisor, dove alla fine molti “pareri” su hotel e soggiorni sono riconducibili ad un gruppo di attori attivi molto più circoscritto rispetto al numero di utenti che usufruiscono del servizio.

Chi fa del web una bandiera politica, poi impone più di altri un rigido controllo delle informazioni e delle libere espressioni dei propri adepti,  e non serve far nomi.

Più noi traduciamo in pixel la nostra quotidianità, dando vita alla propria identità virtuale, più il web appare come una rappresentazione fedele dei pregi e difetti, delle grandiosità e delle meschinità che contraddistingue la vita reale.

E’ più veloce, abbatte le dimensioni spazio-temporali, fa circolare le idee… ma sul fatto che la maggior circolazione delle idee porti sic et simpliciter ad una società più giusta e più umana… penso ce ne voglia, bisognerà vigilare attentamente.